Roccasecca - Da oltre quarant'anni, nel caratteristico borgo medioevale di Caprile, un uomo è protagonista di una singolare storia che si ripete con cadenza quotidiana intorno alle quattro del pomeriggio.
Il luogo dove l'episodio si rinnova è la caratteristica chiesa di Santa Maria delle Grazie, con il suo maestoso campanile in cui è incastonato un antichissimo orologio a quadranti.Il protagonista della storia è un pensionato del luogo, il settantacinquenne Antonio Polese, che da oltre quattro decenni sale sulla torre campanaria per dare la carica all'orologio.
Lo strumento che nel piccolo borgo scandisce le ore è un antichissimo orologio opera dei maestri orologiai valdostani, risalente alla prima metà dell'ottocento e funzionante con un sistema di pesi e contrappesi.
La carica dura ventiquattro ore e quando i pesi scendono giù vengono ricaricati con un sistema di leve per evitare che l'orologio rimanga fermo.
Ma come detto, a garantire la funzionalità provvede con tanto amore un anziano signore del luogo, che in più di quarant'anni non si è mai concesso un giorno di ferie, neppure di malattia; anche quando l'antico orologio si è rotto, in attesa che venisse riparato dai tecnici specializzati, è salito comunque sulla torre campanaria per mantenere puliti gli ingranaggi.
L'operazione di carica dura pochi minuti.
Sia d'estate che d'inverno, senza ostacolo che lo trattenga, Polese sale i gradini della torre campanaria per arrivare al locale, sede dell'orologio, dove provvede a ricaricare i pesi che permettono allo strumento di scandire le ore e, in un certo senso, anche la vita nel piccolo borgo medioevale.
L'uomo si occupa anche della manutenzione ordinaria oliando gli ingranaggi e al termine delle operazioni quasi saluta l'orologio rinviando l'appuntamento al giorno dopo.
"Questo orologio-ha dichiarato Antonio Polese fa parte della mia vita, ero ancora giovane quando l'allora parroco mi affidò questo incarico che ho portato avanti ogni giorno, per tanti anni, sempre con la stessa dedizione.
Sono fortemente legato a questo strumento". Può essere definita davvero singolare la storia del pensionato di Caprile che ha dedicato gran parte della sua esistenza per tenere in vita un rarissimo orologio dell'ottocento opera dei maestri valdostani.