Un viaggio lungo i secoli

Cenni Storici


di Massimiliano Paolozzi

Caprile è un pittoresco e solare borgo che, volto a Mezzogiorno, si affaccia, quasi strizzandole l’occhio, sulla sottostante fertile e variopinta Valle del Liri.

Immagine d'epoca

In campagna, infatti, al verde dell’erba, degli ulivi e di secolari querce “fiabesche” si mescola il marrone di terreni arati e ben curati, nelle cui forme, perfettamente geometriche, ancora chiare e ben visibili sono le tracce della centuriazione romana. 

Situato sulle pendici del Monte Asprano, subito al di sopra della Pedemontana (“la più antica strada della regione” così chiamata, convenzionalmente, dall’illustre archeologo Michelangelo Cagiano De Azevedo, nel suo scritto dal titolo Aquinum, per la sua caratteristica di correre, ripercorrendo preistorici tratturi, “ai piedi delle colline, a qualche metro sul livello” della pianura), Caprile si trova a metà strada tra la Città di Roccasecca, suo centro Capoluogo, ed  il Comune di Castrocielo.


Proprio a Caprile l’incessante ed inesorabile macchina del tempo sembra essersi fermata. Tutto appare irreale. Niente frenesia, niente affanni. Vi si respira un’aria di pace e di tranquillità.

Tutto scorre molto lentamente ed ogni attività umana è ancora scandita dal dolce suono delle campane della centralissima chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Qui bei mandorli fioriti fanno ancora bella mostra di sé; vi si può ammirare il colore vivido delle arance e dalle stupende balze a terrazza dei suoi declivi si stagliano robuste piante di olivo da cui si ricava poco ma pregiato olio. 

Nessuna voglia di retorica in queste brevi righe e nessun sentimento di nostalgia per tempi ormai lontani e superati dal ciclo vicissitudinale della storia. Vogliamo solo sottolineare tutta la singolare bellezza di un luogo che oltre ad ospitare gente cordiale è anche molto adatto a chi intende solo “riossigenarsi” per tornare, tonificato nel corpo e nello spirito, nelle affollate e a volte troppo spersonalizzanti città metropolitane.

Chiunque aspiri, poi, a coltivare il sacro “otium” romano, non potrebbe scegliere di meglio. Non a caso a Caprile, per dare anima e forma al proprio estro artistico, fissò la dimora, negli ultimi anni della sua vita, il noto pittore sardo Ausonio Tanda. Successivamente la sua abitazione è stata sede di una scuola di pittura.

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Andrea Viola